mercoledì 26 febbraio 2014

MARIO RICHTER SU "IL NON POTERE (2002-2013)" DI DAVIDE NOTA

Il non potere di Davide Nota

Se dicessi che questo libro, Il non potere (2002-2013), è bello, non credo che con tale epiteto ne darei poi una valutazione sufficiente, e meno ancora esauriente. Sono infatti certo di trovarmi di fronte a un libro importante, necessario. Si attua nelle sue pagine una bellezza per così dire trascesa, che si risolve in altri inediti valori, probabilmente quelli che un tempo si attribuivano al sublime.
Avverto in ogni testo una forza aspra, risentita, dura, ma non priva di una segreta e quasi serena imperturbabilità o determinazione (o magari anche speranza). Penso proprio che una lettura attenta e disposta a seguire con fiducia ci conduca in zone inesplorate o, per restare ai francesi, in regioni già intraviste e in parte viste, sulla traccia di Baudelaire, almeno da Rimbaud e Lautréamont.
Naturalmente non cʼè nulla di imitativo, perché in tal caso sarebbe una catastrofe. Il percorso è diverso: nuovo, personale, moderno, nostro (per quanto ne so io). Spesso, leggendo, mi si è affacciato il ricordo del “drapeau noir” (segno insieme di disfatta e di lotta a oltranza) issato dallʼ“Angoisse”, provocata dallʼ“Espoir vaincu”, alla fine del magnifico quarto Spleen di Baudelaire.
Questi testi di inizio secolo non hanno mai il carattere della rassegnazione e lasciano scarso spazio al ripiegamento elegiaco (ciò è affermato dallo stesso tipo di scrittura). Disperati, sì, ma non rassegnati. Sto pensando soprattutto a “La carne”, alla suite de “Il fiore del fascismo universale” (specie III e IV), a “La rivolta”, a “Preghiera” e naturalmente al grande componimento conclusivo, “Il tarassaco” (che è tra lʼaltro la mia pianta prediletta: antica, umile e forte).
Ma sarebbe lʼintero libro da ricordare... Onesto, doloroso ed esaltante itinerario verso ciò che è vero e giusto.

Mario Richter


Mario Richter (1935), francesista, studioso di poesia moderna, professore già ordinario di Lingua e letteratura francese allʼUniversità di Padova. Ha curato le Opere complete di Rimbaud (Einaudi 1992). Tra i suoi libri: Apollinaire (il Mulino 1990); Viaggio nell'ignoto. Rimbaud e la ricerca del nuovo (Carocci 1993); Baudelaire, «Les Fleurs du Mal». Lecture intégrale (Slatkine 2001).

Davide Nota, Il non potere (2002-2013), Sigismundus Editrice, 2014

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