mercoledì 18 febbraio 2009

Invito alla lettura di "Petrolio" di Pier Paolo Pasolini

Ripartendo dagli studi di Gian Carlo Ferretti, soprattutto dal suo Pasolini, l'universo orrendo (Editori Riuniti, 1976), si può concludere così: l'eresia di Pasolini è la sua ideologia in atto della "vita contro la storia", è la sua lotta ("furia filosofica" e "indignazione politica") contro il dogma moderno dello sviluppo dell'"universo orrendo" del Nuovo Potere globale e, in definitiva, la sua critica poetica (leopardiana e marxista) dell'economia politica dell'esistente che lo mette a morire, perché Pasolini l'ha "inquadrata" e sta per rivelarla nel suo inedito.
Petrolio (il brogliaccio incompiuto del romanzo postumo, scritto tra il 1972 e il 1975) ne rappresenta in qualche modo la summa, applicata all'Italia del boom, al suo ente petrolifero pubblico (Eni), nella doppia storia di un ingegnere petrolchimico, lo scisso protagonista del romanzo: Carlo (cui Pasolini dà il nome che fu di suo padre). Carlo primo viaggia in Iraq (!), in Medio Oriente, verso Est, alla ricerca del "vello d'oro" che è oggi il petrolio, ricalcando l'antico e mitico viaggio degli Argonauti, ma anche quello moderno e economico-politico dei "condottieri" alla Mattei. Carlo secondo resta invece a Roma, poi a Torino e in Calabria, provando infinite avventure erotiche, che lo conducono a una mutazione finale: la trasformazione in donna, che in realtà poi toccherà a Carlo primo, in un gioco di specchi di identità e dissociazione ossessiva.
Carlo primo scava il petrolio, serve il Potere, è complice delle trame economiche e politiche delittuose, che vanno (nella ripetizione del viaggio petrolchimico di conquista, e del viaggio mitico-onirico, alla Apollonio Rodio, dell'Io) dall'assassinio di Enrico Mattei all'impero di Eugenio Cefis, e che hanno come base l'ambiguità storica della fase resistenziale, in cui maturano i rapporti con gli americani e i servizi segreti, costituendo quel "misto" di "formazione degasperiana e repubblicana", laici/cattolici, su cui Pasolini tanto insiste: fascismo/antifascismo, pubblico/privato, politica/crimine, Sviluppo/Reazione.
L'altro Carlo discende gli inferi paradisiaci della libidine ossessiva omosessuale (e non solo), e forse, mettendo in atto narrativamente la filosofia del gioco della dépense (Georges Bataille), rappresenta la dissipazione polimorfa, di fronte alla figura contraria dell'accumulazione economica di denaro e potere politico. Scava il corpo, l'anomia dell'identità.
Il terzo protagonista è il narratore (e cioè Pasolini stesso, o il suo fantasma) che si salva morendo nel mare di Calabria, ritrovando l'acqua fetale, orfica.

Gianni D'Elia, Il Petrolio delle stragi (Effigie, 2006), pp.20-21

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